venerdì 29 settembre 2017

Visioni al Cerchio delle Nove Pietre

Questa notte ho meditato di nuovo, dopo tanto tempo.
Per anni ho creduto che le visualizzazioni fossero inutili, perché irreali e immaginarie, nonostante fossi consapevole che più volte mi avevano fatta stare bene e mi avevano dato intuizioni e ispirazioni che altrimenti non avrei potuto cogliere.
In ogni caso, negli ultimi giorni l’immagine di un luogo presente nella tradizione avaloniana mi aveva chiamata, tanto da insinuarsi nei miei pensieri nei momenti più inaspettati, e così stanotte ho viaggiato di nuovo.
Ho camminato sull’erba umida, verso un antico cerchio di pietre illuminato dalla luna crescente: nove pietre, alte e affusolate, simili a nove donne millenarie, le antiche Madri Pietre che offrono consiglio e donano la loro energia terrestre che converge verso il centro del cerchio, rigenerando e convogliando l’apertura delle porte della coscienza e della visione.
Sono entrata nel cerchio e ho atteso.
Ciò che è seguito era ciò che avevo bisogno di sentire e di vedere.
Alcune donne sono apparse da dietro le pietre e sono venute da me, mentre mi si riempivano gli occhi di lacrime. Le mie antiche sorelle, con cui ho vissuto in un tempo lontano.
Non mi sarei più staccata dai loro abbracci, dai loro baci, confortata dalle loro parole di coraggio, dal loro amore incondizionato. Frammenti luminosi della stessa anima, raccolte nella stessa tradizione femminile della quale anche io facevo parte, e tutt’ora faccio parte, anche se non ne ho memoria e fatico a ricucire i pezzi, e ad avere la consapevolezza della tela intessuta e del disegno che mostra.
Quanta nostalgia per loro, loro che sono le vere sorelle che qui non ho mai avuto, e di cui ho sempre sentito la mancanza… e quando manca qualcosa è perché quel qualcosa prima c’era, e quando scompare lascia un posto vuoto, un posto in cui permane sempre un velo di malinconia, insieme alla certezza che, presto o tardi, quello stesso posto verrà ricolmato. Perché le vere sorelle si riuniscono sempre nel tempo-non-tempo in cui si è nel cuore stesso del tempo.
Fra lacrime e abbracci, ho chiesto alle mie sorelle di ricordarmi chi sono, perché qui, in vita, l’ho dimenticato.
Ho chiesto loro di ricordarmi il mio compito, e ancora di abbracciarmi… perchè mi mancano.
Loro mi hanno stretta con quell’amore che solo le sorelle – e le madri, e le figlie – conoscono: l’amore delle donne nella sua forma più alta e completa.
E poi hanno risposto ad ogni mia domanda… Mi hanno detto che sono una di loro, anche se non lo ricordo. Che noi siamo le Custodi dell’Armonia Antica, della Bellezza e dell’Amore, della Luce e della Verità, ma che quando nasciamo sulla terra, lontane e sparse in tutto il mondo, lo dimentichiamo, e abbiamo bisogno di ricordarlo, seguendo l’istinto e le tracce luminose che ci parlano e ci fanno provare quella commossa nostalgia per qualcosa di perduto – anche se solo in parte.
Per questo, quando nasciamo sulla terra, diventiamo Cercatrici dell’Armonia Antica, della Bellezza e dell’Amore, della Luce e della Verità, e quando ne troviamo i frammenti siamo spinte a ritesserli insieme e, ognuna a proprio modo, a condividerli con chi ci circonda.
Così tessiamo tele di Armonia, di Bellezza e di Amore. Tele di Luce e di Verità.
Le raccontiamo, le dipingiamo, le cantiamo, le danziamo, le modelliamo, ancora e ancora... perché questo è il nostro compito terrestre, e farlo ci dà gioia e riempie di senso le nostre giornate.
Riconoscendoci Cercatrici dell’Armonia Antica, in tutte le sue forme, percepiamo come piccole bussole la nostra vera direzione, seguiamo i sentieri luminosi, percorriamo le nostre vie dei canti, e spesso con mille difficoltà realizziamo ciò che siamo qui e ora, in attesa di ritrovarci insieme, nel tempo-non-tempo, per Custodire ancora l’Armonia Antica, la Bellezza e l’Amore, la Luce e la Verità.

Armonia, Bellezza, Amore, Luce, Verità.
Parole che sono sempre risuonate in me come un richiamo, come il tintinnio dei campanelli di un ramo d’argento. Parole che, come chiavi, hanno sempre dischiuso qualche porta, ricordandomi ciò che sono.
Parole che ho sempre seguito ciecamente, talvolta ritrovandomi in luoghi ambigui, in cui il loro senso era stato distorto – causandomi un senso di intenso disorientamento e una profonda confusione che spesso ancora mi influenzano.
Parole che stanotte sono state pronunciate con una tale naturalezza e semplicità che hanno ricominciato a brillare di luce propria e ad avere un senso in relazione al disegno più grande, alla tela luminosa e al suo delicato intreccio.

Al di là delle nebbie le mie sorelle mi aspettano, semplici, amorevoli, simili a me, perché io sono una di loro, lo sono sempre stata e sempre lo sarò. Loro lo sanno, lo ricordano, ma sanno anche che ogni volta che una di noi decide di nascere sulla terra dimentica ogni cosa, e ha bisogno di ricordare, ha bisogno di riconoscere se stessa per poter realizzare il proprio compito, e involarsi infine dopo aver sparso il più possibile Armonia, Bellezza, Amore, Luce e Verità intorno a sé, nel tempo che, di volta in volta, le è concesso – o lei concede a se stessa.
E alla fine di ogni incarnazione, le sorelle la accolgono di nuovo, la abbracciano, lavano e curano le molte ferite inferte dalle disarmonie e brutture conosciute in vita, e rinnovano il suo spirito.
E così succede a tutte noi, anime luminose che hanno deciso di vivere sulla terra, e che di volta in volta dimenticano e talvolta si affievoliscono, ma poi ricordano, riconoscono e ricominciano a brillare.
Custodi dell’Armonia Antica, della Bellezza, dell’Amore, della Luce e della Verità oltre le nebbie, e loro Cercatrici lungo le vie del mondo.

Ringrazio le mie sorelle, giunte nel Cerchio delle Nove Pietre stanotte, sotto ai raggi della luna crescente, per confortarmi e darmi coraggio, per ricordarmi chi sono. O meglio, chi siamo.
Grazie, sorelle mie, ovunque siate.
In vita, o oltre le nebbie del tempo, ci ritroveremo e insieme gioiremo. Ancora e sempre.


Acquerello di Sue Massey

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